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Cronaca

Unicredit, Profumo: «Evento imprevedibile la rottura degli equilibri»

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21 febbraio 2009

«La rottura degli equilibri di sistema è stata un evento imprevedibile». Così nella relazione introduttiva al Forex che l'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo ha svolto, a nome della banca ospitante dell'edizione 2009 del Forex. Da oggi in poi «le banche dovranno offrire alla clientela prodotti più semplici rispetto al recente passato, rivedento il modello di business e tornando al più tradizionale modello della banca commerciale».

Profumo ha difeso le scelte strategiche di Unicredit: al termine di una settimana di passione per i titoli, che in Borsa hanno perso il 33% fino a toccare 0,897 euro di quotazione, davanti alla platea congresso annuale di Aiaf, Assiom, Atic Forex, dove tradizionalmente si ritrovano tutti i banchieri, per rispondere a tutte le critiche degli ultimi mesi. L'ad di Unicredit ha ribadito la previsione di un utile a circa 4 miliardi nel 2008, anche se il Cda lo ratificherà solo fra poco meno di un mese, il 17 marzo; poi ha definito i prezzi di Borsa «assolutamente non rappresentativi» della realtà di una banca che ha «i conti in ordine», in un mercato che ha «perso i fondamentali».

Quanto ai problemi dell'Europa dell'Est, dove Unicredit ha una presenza significativa, non lo preoccupano: «Oggi siamo di nuovo sotto pressione a mio giudizio in modo eccessivo». Profumo ha difeso la scelta di essere una banca internazionale, anche se «in questo momento le imprese che soffrono di più sono quelle più aperte al mondo, perchè purtroppo questa è una crisi internazionale»: ma proprio per questo «crediamo che il nostro ruolo sia oggi ancora più importante che nel passato». Infatti, il gruppo Unicredit «continua a dare ossigeno all'economia», seguendo «con grande attenzione i clienti» e in Europa è il gruppo «che ha il più grande portafoglio crediti, per 624 miliardi», un segno «del ruolo che cerchiamo di giocare. Ci rendiamo conto della responsabilità che abbiamo in Italia come in tanti altri Paesi»: per questo «ogni tanto ci troviamo sotto pressione anche mediatica».

Per la prima volta, Profumo ha anche commentato il «voltafaccia» dell'azionista di maggioranza Fondazione Ca.Ri Verona, che non ha sottoscritto l'emissione obbligazionaria da 3 miliardi concepita dopo il fallimento dell'aumento di capitale per rafforzare il gruppo: «non ne ho capito il senso», ha detto, laconico. E poi, il giorno dopo l'intervento, assieme a Carlyle e Intesa Sanpaolo a sostegno di Fiat con una nuova linea di credito da 1 miliardo, l'amministratore delegato di Unicredit ha ricordato che «il ruolo dei grandi istituti come il nostro è quello di seguire le piccole e medie imprese», ma «in alcuni casi anche le grandi, come la Fiat».

Profumo ha infine escluso la possibilità di nazionalizzazioni delle banche in Italia («non esiste») e infine criticato il Governo approvando l'invito di Draghi a estendere la deducibilità delle perdite da crediti: «Ci viene chiesto da una parte di sostenere l'economia, dall'altra nel momento in cui le perdite sui crediti si materializzano, di non dedurle: non ci sembra coerente».

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